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Chi di voi si sta approcciando allo studio del 日本語 (nihongo) avrà sicuramente studiato i numeri in giapponese. Sono sicura che molti di voi avranno pensato:

“Ma è facilissimo! Basta saper contare fino a dieci e poi i numeri sono 10+1, 20+1 e così via!”

Infatti, per dire undici o dodici basta dire juu-ichi o juu-ni, ovvero dieci-uno e dieci-due, e così via fino ad arrivare a cento.

AHAHAH! Ma è proprio qui che le cose si complicano nei numeri in giapponese! In realtà fino a novemilanovecentonovantanove non ci sono grandi problemi…

I problemi con i numeri in giapponese iniziano da 10.000 in poi.

Ebbene sì, perché in giapponese non si dice diecimila, bensì ichiman, e allo stesso modo non si dice centomila ma juuman.

E un milione? Hyakuman!

numeri in giapponese

Insomma, non è semplice ragionare con i numeri quando si inizia a parlare di cifre più elevate.

In pratica, il giapponese parte dal numero 10.000 per contare i numeri più elevati, mentre noi partiamo da 1.000.

Questa è solo una delle tante “stranezze” giapponesi, tra cui troviamo:

  • il diverso calendario: attualmente siamo nell’era Reiwa (quella dell’attuale imperatore), che è iniziata nell’anno 2019; se avete studiato o lavorato in Giappone vi sarà capitato di compilare dei documenti ufficiali come il certificato di residenza, in cui viene chiesto di indicare la data seguendo il sistema giapponese, basato appunto sull’anno in cui è entrato in carica l’attuale imperatore.
  • il sistema di scrittura. Se avete mai visto un quotidiano in giapponese avrete notato che si scrive dall’alto verso il basso e da destra verso sinistra; anche i libri seguono questo ordine, e ovviamente anche i manga.
  • i giorni del mese. Perché non andare a complicarsi la vita dando un’altra pronuncia ad ogni giorno del mese? Dire l’uno, il due, il tre… ma no, era troppo semplice! Quindi vai con tsuitachi, futsuka, mikka, yokka, etc. etc. Perlomeno i nomi dei mesi sono più semplici: gennaio è ichigatsu (mese uno), febbraio è nigatsu (mese due), e così via.
  • i contatori. Un’altra fonte di terrore per chi studia il giapponese sono i terribili contatori, ovvero quei modi di contare i diversi tipi di oggetti: gli oggetti lunghi e circolari (matite, bottiglie, lattine) si contano con – (hon), quindi ippon, nihon, sanbon, ecc.; le persone con –人 (nin), quindi una persona diventa 一人 (hitori), due persone 二人 (futari) e tutte le altre cifre sono seguite da nin; 枚 (mai) è il contatore delle cose sottili (fogli di carta, banconote); eccetera, eccetera. GLI INCUBI.

Spero di non avervi spaventato troppo con queste spiegazioni, ma non temete: nonostante tutto ciò la grammatica giapponese è davvero un passeggiata!

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