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Penisola di Kunisaki, alla scoperta di un Giappone antico

Penisola di Kunisaki, un Giappone antico e ancora poco battuto dal turismo.

Non è facile al giorno d’oggi evitare folle di turisti in Giappone, ma per fortuna esistono ancora alcuni posti dove il turismo di massa non è arrivato e che si possono esplorare in libertà: ad esempio, la città di Shiogama, situata vicino a Sendai, oppure Miyako, che si trova in una delle zone più colpite dallo tsunami.

Un altro luogo ancora tutto da scoprire è la Penisola di Kunisaki, nella prefettura di Oita, nell’area del Kyushu orientale.

Le tre grandi attrattive della zona sono:

  1. ROKUGO MANZAN (i sei villaggi e i templi della regione)
  2. VITA IN CAMPAGNA
  3. SPECIALITA’ CULINARIE

Vediamole nel dettaglio.

ROKUGO MANZAN – 六郷満山

Sono passati più di 1300 anni da quando il sacerdote Ninmon ha fondato ben 28 santuari nei sei villaggi della zona, che si trovano sparsi nelle valli ai piedi del monte Futago.

Si tratta appunto di sei zone in cui si trovano elementi unici legati al Buddhismo e allo Shintoismo e lungo il sentiero che le collega, lungo ben 135 chilometri, potrete ammirare statue di Buddha in pietra immerse nella natura, alberi di acero secolari, querce dalle foglie appuntite (tipiche dell’Asia) su cui crescono i funghi shiitake e molte altre meraviglie naturali.

Sulle pendici del monte si trova il tempio Futagoji, al cui ingresso si trovano due imponenti statue Nio-sama (guardiani del Buddha): le sculture in pietra e le incisioni nella roccia sono l’elemento caratteristico di Rokugo Manzan, la cui datazione risale probabilmente al periodo Heian (794-1185 d.C.).

PENISOLA DI KUNISAKI: LA VITA IN CAMPAGNA

Sperimentare la vita rurale vi consentirà di vedere un lato più autentico del Giappone e di poter assistere o partecipare alla creazione di cibi tradizionali della zona. Molte famiglie offrono anche la possibilità di pernottare presso la loro casa di campagna.

Si può, ad esempio, raccogliere frutta locale come il kabosu, un agrume che viene esportato in tutto il paese oppure visitare i campi coltivati e le risaie; le famiglie che offrono questi servizi di solito sono giovani, perché molti anziani non sono più in grado di lavorare i campi, e parlano anche un po’ di inglese.

Segnaliamo che la penisola di Kunisaki è riconosciuta ufficialmente come GIAHS, ossia Globally Important Agricultural Heritage Systems, un progetto iniziato nel 2002 da parte della FAO simile all’UNESCO ma in questo caso dedicato all’agricoltura e all’importanza che essa ha per la sostenibilità e la preservazione delle tecniche antiche nel rispetto della natura. Vi sono 57 siti GIAHS nel mondo, di cui ben 11 si trovano in Giappone.

SPECIALITA’ CULINARIE

Grazie all’acqua sorgiva del monte Futago, qui si preparano degli ottimi soba che si possono condire con uno spruzzo di kabosu, per aggiungere freschezza. Inoltre, alcune specialità locali sono a base di tachiuo (pesce coltello), che viene generalmente cucinato come l’anguilla e poi servito sopra al riso. Un altro piatto famoso è l’ureshino, una sorta di chazuke (riso bianco servito con pesce marinato nella salsa di soia su cui poi si versa il the caldo) il cui nome deriva proprio dall’aggettivo “felice”, che in giapponese si dice ureshii: un signore feudale che amava particolarmente questo piatto, infatti, esclamava sempre “ureshino!” (che felicità!), dando così il nome a questa delizia.

COME RAGGIUNGERE LA PENISOLA DI KUNISAKI

  • Dall’aeroporto di Oita è consigliabile affittare una macchina, in quanto il trasporto pubblico non è particolarmente efficiente e non copre tutte le zone montane.
  • Dalla stazione di Oita partono bus con tour guidati (in giapponese) che si fermano anche a Beppu, una delle località termali più famose del Giappone.

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