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Shibuya: la città dei divertimenti

Shibuya è la sakariba 盛り場 (città dei divertimenti) per i giovani di Tokyo e non è certo un quartiere dove contemplare la vecchia Edo e nemmeno visitare musei. Qui si possono trovare le ultimissime novità in fatto di musica, moda, cibo e gadget.

Il quartiere ha iniziato il suo sviluppo subito dopo le Olimpiadi di Tokyo del 1964 e ha continuato ad espandersi per la mole di giovani che la frequentavano. Ovunque si può osservare il via vai delle persone, dall’alto dello Starbucks sul famoso incrocio di sei vie sottostante, oppure andando a passeggio osservando le giovani ragazze in minigonna o con abiti sgargianti e tra i ragazzi dalle voluminose acconciature afro.

SHIBUYA LA CITTA’ DEI GIOVANI

La zona, che collega la parte sud del parco Yoyogi con la parte nord-ovest della stazione di Shibuya, presenta diverse boutique alla moda, centri commerciali, negozi di musica e il centro culturale Bunkamura. Accanto si trova Dogen-zaka, un mix di strade e vicoli fiancheggiati da nightclub, “love hotel”, bar e karaoke.

Appena usciti dalla stazione tutti sanno che si trova la statua di Hachiko, spesso celata dalla gente che aspetta qualcuno o da persone in fila per farsi una foto.

COME ARRIVARE A SHIBUYA

Shibuya si trova su diverse linee della metropolitana, tra cui sulla circolare Yamamote; se volete andare nel centro esatto, alla fermata di Shibuya seguite i segnali per l’uscita Hachiko.

COSA VEDERE A SHIBUYA

cosa vedere a shibuya

Basta attraversare la strada per lasciare l’area per lo svago all’ultima moda e ritrovarsi in un quartiere tranquillo dall’atmosfera ricca di cultura.

MAPPA DI SHIBUYA

LA STORIA DI HACHIKO

Durante gli anni ’20, un professore dell’attuale università di Tokyo aveva un cane di razza Akita, originario dell’omonima prefettura, di nome Hachiko, che lo accompagnava fino alla stazione  di Shibuya e poi lo andava a riprendere nel pomeriggio.

Nel 1925, in primavera, il professore morì di infarto mentre era sul posto di lavoro e non torno più a casa, ma Hachiko continuò a presentarsi ogni giorno alla stazione per aspettare il suo padrone, fino alla sua morte che avvenne 10 anni dopo. La sua fedeltà non passò inosservata e la gente del quartiere gli dedicò la famosa statua.

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